Guinea Pigs

Un angolo di buio | La regola del branco

ideazione e regia Riccardo Mallus
drammaturgia Giulia Tollis
di e con Letizia Bravi, Marco De Francesca, Francesco Martucci, Federico Meccoli
composizione sonora Gianluca Agostini
movimento scenico Betti Rollo
costumi Laura Dondi

Premio Giuria Giornalisti @ Giovani Realtà del Teatro 2015, Udine; Premio Miglior Performance Teatrale @ Festival Young Station, Montemurlo

Produzione Guinea Pigs in collaborazione con ERT per la residenza a Villa Pini (Bologna), con il sostegno di Armunia, Castiglioncello, Livorno e con il sostegno del Progetto Residenze Creative al Garybaldi/Santibriganti Teatro, Torino

Atti di Guerra è il primo progetto artistico dei Guinea Pigs, compagnia milanese under 35 nata nel 2014 e diretta dal regista Riccardo Mallus.
Lo spettacolo indaga le guerre contemporanee nascoste e invisibili che la nostra società non vede o non riconosce come tali. Violenza gratuita e social-bullismo, il corpo della donna come territorio di conquista, sono i temi d’indagine di questo dittico contemporaneo articolato in due quadri autonomi: due testi originali accomunati da una visione scenica estremamente fluida fondata sullo stretto rapporto tra recitazione, composizione sonora, drammaturgia e movimento.
I protagonisti del primo quadro “Un angolo di buio” sono due adolescenti, battezzati dall’autore con due nomi di fantasia, Arlecchino e Colombina. I due si danno appuntamento in un parco, territorio di una gang del luogo. Il capo e i “suoi ragazzi” sottopongono Arlecchino al battesimo dell’alcool, gli offrono dei soldi, lo arruolano nella gang. Ma quello che inizia come un gioco diventa ben presto un ultimatum: “con noi, o
contro di noi”.
“La regola del branco” è ambientato nella cucina di un appartamento in affitto, una desolata terra di nessuno, dove tre anonimi “lui” trentenni bevono e giocano. Hanno ordinato su internet una escort a domicilio per un’orgia low cost. Quello che non sanno è che “lei” ha un protocollo da seguire e che nasconde un segreto che sperimenteranno sulla loro pelle. Così, di amplesso in amplesso, il corpo di questa lei, senza nome né storia, diventa territorio di battaglia di fantasmi, paure, ossessioni e desideri.

[…] micoracconti disperati e coinvolgenti, costruiscono un racconto fatto di battute rapide,
allusioni, visioni e continui sussulti che fanno battere il cuore per emozionati percorsi di un
teatro un po’ “minimal” ma di sicura efficacia. […]” Giulio Baffi

Sbattono il mostro in prima fila assumendosi responsabilità cronachistiche sposate ad un
teatro d’arte che sia di utilità civile, per interrogarsi in punta di piedi ma senza filtri sulla
fragilità di una generazione in mutande spogliata di vere ambizioni. […]” Pietro Corvi

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